In breve

Utilizzare gli scarti dei ricci di mare per innovative soluzioni terapeutiche, e nell’allevamento delle galline ovaiole. Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, CIRCULAr è suddiviso in Work Packages (WP), gestiti da gruppi di lavoro diversi all’interno delle Università partner di progetto.

Introduzione

Il progetto CIRCULAr si pone come obiettivo il riutilizzo completo degli scarti provenienti dall’industria alimentare del riccio di mare per riconvertirli, secondo una logica di economia circolare, in prodotti ad alto valore aggiunto. Sfruttando le caratteristiche dei tessuti dei ricci, CIRCULAr mira a utilizzare parte degli scarti per estrarre collagene e progettare dispositivi medici su misura (una sorta di “sostituto” della pelle) per favorire la guarigione delle ferite. La parte restante, la teca dell’animale (il “guscio”), viene invece utilizzata per produrre una farina ricca di calcio e antiossidanti, come integrazione nel mangime per le galline ovaiole.

Il progetto intende collegare le PMI che lavorano i ricci di mare con gli utenti finali (aziende biofarmaceutiche e chirurghi plastici, nonché mangimifici, allevatori e consumatori), consentendo una vera valorizzazione e trasformazione dei sottoprodotti. La riconversione degli scarti in prodotti commerciali potrà, d’altro canto, alimentare lo sviluppo dell’allevamento del riccio di mare (echinocoltura), ancora poco diffuso, limitando il ricorso agli stock naturali.

Materiali e metodi

I sostituti della pelle, formati da un sottile strato sovrastante e da uno “scaffold” spugnoso sottostante per mimare la struttura e la funzione della pelle, vengono sottoposti a diversi test, tra cui analisi ultrastrutturale con valutazione di spessore e porosità, test di degradazione e di idratazione.

Le fasi di estrazione del collagene a partire dalla membrana peristomiale

I sostituti della pelle vengono sottoposti poi a valutazioni di biocompatibilità. Nei test ex vivo vengono utilizzati espianti di pelle prelevati dalla coda di alcuni ratti adulti, mentre nei testi in vivo viene valutata la loro capacità rigenerativa su piccole ferite escisse su grandi animali (pecore). La teca di riccio di mare viene macinata e processata per essere utilizzata come fonte di calcio nel mangime per galline ovaiole: viene quindi condotto un ciclo di allevamento al fine di verificare se la sostituzione del carbonato di calcio – normalmente presente nella dieta delle ovaiole – con la farina ricavata dalla teca dei ricci di mare, possa avere un effetto migliorativo sulle uova, in termini di produzione e qualità (anche grazie alla presenza di antiossidanti, che possono agire proteggendo gli animali nei confronti dello stress). Vengono effettuati diversi rilievi: valutazione del benessere delle galline, raccolta dei dati produttivi e analisi della qualità delle uova.

La teca del riccio, ridotta in farina, è utilizzata come fonte di calcio nei mangimi

Vengono poi eseguite delle analisi di impatto di queste lavorazioni: quello ambientale secondo l’approccio Life Cycle Assessment (LCA) e mira a valutare l’impatto che l’utilizzo complessivo degli scarti del riccio di mare ha sull’ambiente. L’aspetto economico si occupa dell’analisi della filiera, fornendo informazioni sugli attori chiave dei mercati coinvolti, come fornitori/consumatori e sviluppando un piano di marketing per i nostri prodotti. Il team giuridico ha infine l’importante compito di garantire che lo sviluppo del progetto sia coerente con il contesto giuridico nazionale e internazionale, anche considerando le nuove direttive europee sull’economia circolare. 

Stato dell’arte

In questa sezione verranno riportati i risultati di progetto, compresi quelli riguardanti i diversi studi preliminari.