In BRITEs gli scarti alimentari del riccio di mare sono utilizzati per progettare e testare dei sostituti della pelle, e per la realizzazione di mangimi utilizzati nell’itticoltura e negli allevamenti dei ricci stessi.Per raggiungere questi ambiziosi obiettivi, BRITEs è suddiviso in Work Packages (WP), gestiti da gruppi di lavoro diversi all’interno delle Università partner di progetto.
Introduzione Il progetto BRITEs ha come obiettivo il recupero della maggior parte del materiale di scarto proveniente dall’industria ittica specializzata nella produzione di uova di ricci di mare e la riconversione di questi materiali in prodotti di alto valore aggiunto, sia per quanto riguarda la loro componente di collagene sia di biocarbonati. Il collagene verrà utilizzato per produrre dispositivi medici per favorire la guarigione delle ferite (cerotti o sostituti della pelle), mentre la porzione biocarbonatica verrà sfruttata come componente di arricchimento nella produzione di mangimi destinati all’acquacoltura dei ricci, ma anche di altre specie marine di interesse commerciale.
Con il progetto BRITEs quindi, si intende sviluppare differenti tipologie di mangime utilizzando gli scarti dei ricci stessi, che potrebbero avere migliori performance rispetto ai mangimi utilizzati finora, contenenti il solo carbonato di calcio.
Materiali e metodi Il progetto prevede l’estrazione di collagene e antiossidanti dagli scarti alimentari, per la produzione di sostituti della pelle a due strati e di biomateriali compositi; per entrambi vengono testati citotossicità e biocompatibilità, oltre che la loro capacità rigenerativa, attraverso appositi test ex vivo (fibroblasti murini) e in vivo (modello animale murino).
BRITEs prevede inoltre la produzione e sperimentazione di differenti tipologie di mangimi artificiali in grado di assicurare ai ricci un’adeguata crescita somatica gonadica, sia in termini ponderali sia organolettici (ovvero gonadi caratterizzate da una consistenza, un sapore e un colore adatti al mercato). Le differenti tipologie di mangime sono sviluppate utilizzando gli scarti dei ricci stessi, quindi ad alto contenuto di magnesio, che si prevede possa avere migliori performance rispetto ai mangimi utilizzati finora (contenenti il solo carbonato di calcio).
La teca, ridotta in polvere, è utilizzata anche come additivo per mangimi negli allevamenti dei ricci stessi.
I mangimi vengono formulati partendo da ricette già testate in precedenti lavori di ricerca e successivamente prodotti direttamente all’interno dei laboratori dell’Università di Genova, in collaborazione con il Dipartimento di Farmacia. Gli esperimenti sono condotti, in condizioni controllate, nei laboratori del DiSTAV (Università di Genova) e presso il laboratorio marino di Camogli (CNR-IBF), dove è stato allestito un impianto dedicato, costituito da numerose vasche sperimentali alimentate da un costante flusso d’acqua proveniente direttamente dal mare.
Le analisi dell’impatto economico, di quello sull’ambiente (Life Cycle Assessment) e della filiera, parti integranti del progetto, forniscono infine importanti informazioni sulla sostenibilità della lavorazione degli scarti e sulla fattibilità di coinvolgimento dei principali attori potenzialmente interessati.
Stato dell’arte
In questa sezione verranno riportati i risultati di progetto, compresi quelli riguardanti i diversi studi preliminari.