Il consumo delle uova, ormai da qualche anno, è influenzato da una componente di tipo etico che contribuisce a modificare anche i comportamenti d’acquisto dei consumatori. È infatti sempre maggiore l’attenzione al rispetto delle condizioni di vita degli animali allevati. Alla base di ciò vi è poi la naturale consapevolezza, scientificamente dimostrata, che un animale in condizioni di benessere è un animale che produce “meglio”. Sulla qualità del prodotto uovo incidono chiaramente anche altri fattori, quali ad esempio la dieta somministrata, che è importante sia completa e bilanciata. Un ulteriore aspetto, di cui occorre sempre più tener conto, è quello legato alla sostenibilità ambientale del prodotto, aspetto che rappresenta un valore aggiunto anche del progetto CIRCULAr.
Nel corso della prova zootecnica prevista dal progetto – cioè un ciclo di allevamento di galline ovaiole – si andrà a valutare la qualità della produzione, attraverso la raccolta dei dati produttivi e l’analisi delle uova, monitorando nel contempo il livello di benessere delle galline. Lo studio verrà condotto seguendo le consuete pratiche utilizzate in allevamento e adottando tutte le ordinarie cautele per assicurare il benessere degli animali. Durante la normale routine di allevamento il livello di benessere verrà monitorato attraverso il controllo quotidiano delle ovaiole, delle mangiatoie, degli abbeveratoi e degli impianti (condizionamento e ventilazione). Il benessere degli animali sarà verificato attraverso due indicatori ‘sentinella, quali la condizione del piumaggio e delle zampe; quest’attività verrà condotta dal responsabile della prova e dal personale coinvolto, che vantano una comprovata esperienza nell’ambito della gestione degli avicoli e della valutazione del loro benessere.
Nelle galline ovaiole, la deposizione ottimale delle uova richiede una notevole quantità di carbonato di calcio; normalmente la fonte principale deriva da rocce calcaree che presentano però un notevole svantaggio in termini di variabilità del contenuto di calcio e di presenza di impurità. Il carbonato, in quanto materiale inorganico, non fornisce altre molecole bioattive che possono essere utili per supportare ulteriormente il benessere della gallina e la qualità delle uova. Gli scarti dell’industria dei ricci di mare possono rappresentare una potenziale fonte ecologica di calcio, cui si aggiunge la presenza di antiossidanti (quali poliidrossinaftochinoni e carotenoidi).
Per garantire la salute e il benessere delle galline allevate, la farina di riccio – ottenuta dalla macinatura della teca del riccio di mare – è stata analizzata per valutarne la composizione e sottoposta ad analisi batteriologiche per confermarne la sicurezza. Per valutare la quantità e la qualità delle uova raccolte, nel corso della prova zootecnica verranno eseguite settimanalmente diverse analisi: produzione (deposizione e peso), peso di guscio, tuorlo e albume, resistenza del guscio alla rottura.
L’obiettivo finale è proprio quello di verificare se la sostituzione del carbonato di calcio con la farina ricavata dai ricci di mare, possa avere un effetto migliorativo sulle uova, in termini di produzione e qualità, anche grazie alla presenza di antiossidanti, che possono agire proteggendo gli animali nei confronti dello stress.
Referenze bibliografiche:
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Si ringraziano Valentina Ferrante e Lorenzo Ferrari per la realizzazione dell’articolo e le immagini, Marcello Turconi per la revisione e l’organizzazione editoriale.